Secondo uno studio italiano, in questo modo sarebbe possibile coprire 362 ulteriori indicazioni terapeutiche nell'Unione Europea e 72 negli USA
ROMA – Nonostante i grandi progressi degli ultimi anni nel settore delle malattie rare e dei farmaci orfani, sia in Europa che negli Stati Uniti i bisogni non soddisfatti sono ancora numerosi. Eppure una soluzione ci sarebbe, anche se non è semplice né immediata: secondo un recente studio italiano, infatti, sarebbe sufficiente uniformare le approvazioni di farmaci orfani comunitarie e quelle statunitensi per ottenere un enorme beneficio in entrambi i continenti. L'ipotesi, pubblicata sull'Orphanet Journal of Rare Diseases, è di un gruppo di studio della Fondazione per la Ricerca Farmacologica Gianni Benzi.
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